20 Giugno 2008

Kugelhopf alsacien

Kugelhopf alsacien

Era da tanto che volevo provarlo e così…

La ricetta l’ho presa da ” La ciliegina sulla torta” e ve la riporto anche qui  con qualche piccola modifica tra parentesi:

500 g di farina forte (Manitoba)
150 ml di latte tiepido ( a me sono bastati 50 ml )
7 g di lievito di birra disidratato
130 g di burro fuso freddo
4 uova leggermente sbattute
100 – 120 g di zucchero
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone
150 g di uvetta
brandy o rum (ho utilizzato il cointreau)
mandorle intere per decorare (non le avevo)

Lavare l’uvetta e metterla in ammollo nel cointreau. Versare nel recipiente della planetaria il latte tiepido, il burro, lo zucchero, i semi di vaniglia, la scorza di limone grattugiata ed un pizzico di sale e mescolare velocemente il tutto. Unire le uova e la farina con il lievito ed impastare a bassa velocità, quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati aumentare di poco la velocità e continuare a sbattere l’impasto fino a quando non sarà lucido, elastico e si staccherà perfettamente dalle pareti del contenitore. A questo punto, a velocità molto bassa, unire l’uvetta ben sgocciolata e lavorare quanto basta per far si che questa si distribuisca uniformemente nell’impasto. Imburrare uno stampo per kugelhopf da due litri, sistemare una mandorla in ogni scanalatura del fondo e distribuirvi l’impasto, coprire con un panno umido e lasciar lievitare in un luogo tiepido fino a quando l’impasto non avrà completamente riempito lo stampo (da due a tre ore, in inverno ci vorrà di più). Infornare in forno preriscaldato a 180°C e cuocere per 35/40 minuti; coprire con un foglio di alluminio non appena la superficie del dolce risulterà dorata. Verificare la cottura con uno stecchino di legno e, una volta cotto, sformare per far fuoriuscire tutta l’umidità. Servire  spolverato con abbondante zucchero a velo.

Dolci e torte, Ricette

31 commenti su “Kugelhopf alsacien
  1. finalmente un dolce che io conosco sono contentissimo, noi diciamo che per farne venire bene bisogna farne tanti almeno tre volte ma è una vecchie leggenda, complimenti

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